Il coding come gioco

News · Marzo 4, 2019

Oggi affrontiamo un tema non particolarmente discusso sul web, ma potenzialmente di grande interesse per la società.

La programmazione, oggi patrimonio di chi sceglie per i propri studi il ramo dell’ICT, potrebbe essere invece uno strumento messo a disposizione e insegnato a tutti i bambini.

Come mai, vi chiederete; ecco a nostro avviso alcune motivazioni:

·       È una delle lingue più parlate al mondo

·       Stimola la creatività e il pensiero critico

·       Permette di realizzare un’idea

·       Introduce al problem solving

·       Concorre allo sviluppo del pensiero computazionale che richiede capacità di pianificazione, coerenza tra esecuzione e pianificazione, controllo della qualità di istruzioni.

…ma soprattutto è un gioco divertente!

Il primo linguaggio di programmazione ad hoc è nato negli anni ‘60 anni grazie a Seymour Papert che, prima ancora dei PC, realizza Logo; ma è dagli anni ’80 che i linguaggi coding destinati ai più piccoli iniziano a diffondersi sempre più

Prendiamo come esempio un giocattolo da qualche tempo sul mercato: il bruco Code-a-Pillar di Fisher Price. Formato da alcuni pezzi che si collegano tra di loro attraverso una porta USB, a seconda dell’ordine in cui sono montati, compie una specifica azione.

Certo, non parliamo ancora di coding, ma considerando che è rivolto a un target di età dai 3 agli 8 anni, è sicuramente un primo approccio alla materia.

Per i più grandi, dagli 8 anni in su è disponibile, fra gli altri, Kamibot. Si tratta di un robottino Koreano basato su Arduino che i bambini programmano attraverso una app con linguaggio Scratch. Grazie ai sensori montati all’interno del processore, Kamibot esegue le indicazioni ed evita gli ostacoli presenti sul percorso.

È fuori dubbio che questi primi incontri con la programmazione non possano e non debbano sostituire il gioco nel senso più puro del termine o i preziosi momenti di socializzazione, ma porsi come un’esperienza ludica e sensoriale aggiuntiva.

Per qualcuno rimarrà un ricordo divertente, per altri bambini magari sarà solo l’inizio di una grande passione.

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